Sappiamo bene come i materassi antidecubito siano soggetti a regime di detrazione fiscale. Ma come funziona tutto questo?
Materassi antidecubito
Su alcuni materassi, spesso vi sono delle detrazioni fiscali. Pensiamo, ad esempio, ai dispositivi medici per la cura delle problematiche alla schiena. Anche i materassi antidecubito sono soggetti ad agevolazioni fiscali, nella misura del 19%. Come funziona? Assieme a tutti gli altri dispositivi medici che sono detraibili per il 19%, si porta la spesa in detrazione quando questo è riconosciuto come dispositivo medico. L’agevolazione esula dall’uso del materasso su letto motorizzato o meno.
I prodotti che fanno parte del sistema delle agevolazioni sono i seguenti: oltre ai materassi vogliamo annoverare i cuscini e le traverse. Si tratta di ausili che distribuiscono in modo ottimale le pressioni di appoggio dei singoli segmenti corporei. In questo modo, si va a limitare le forze di compressione, l’attrito e lo stiramento della pelle che possono portare, poi, con il tempo, a lesioni da decubito.
L’Agenzia delle Entrate, a tal proposito, ricorda che per poter usufruire di questa agevolazione fiscale ha bisogno di una documentazione da esibire, nonché una prescrizione medica. Quando l’agenzia lo ritiene sufficiente, però, può permettere un’alternativa alla prescrizione del medico: si tratta di una dichiarazione sostitutiva con cui si attesta la necessità per la quale è stato acquistato il prodotto.
Per conoscere l’elenco dei dispositivi medici, è possibile effettuare una consultazione pubblica. La Banca dati dei dispositivi medici è, infatti, disponibile al pubblico per fini conoscitivi. La consultazione pubblica è possibile in due modalità. Lo si può fare tramite ricerca sulla banca dati, oppure si può andare a scaricare l’intero data set in modalità Dati Aperti. I Dati Aperti altro non sono che gli Open Data in inglese, ovvero tutti quei dati che sono accessibili a tutti, senza restrizioni di brevetti o copyright. Il significato di tali dati è descritto poi in un documento. A rendere note le modalità di diffusione dell’elenco dei dispositivi medici è proprio il Ministero della Salute.